Essere presenti nel corpo significa entrare in contatto con noi stesse e noi stessi in modo profondo e autentico, ascoltando i nostri bisogni e riconoscendo ciò che ci fa stare bene. Questo stato di presenza non si limita a un'osservazione passiva, ma ci invita a scegliere consapevolmente di soddisfare quei bisogni, onorando il nostro benessere fisico, emotivo e mentale.
Attraverso questa connessione, sviluppiamo una maggiore consapevolezza di chi siamo e di ciò di cui abbiamo realmente bisogno, liberandoci dalle abitudini automatiche o dalle aspettative esterne che spesso guidano le nostre scelte. Diventare presenti nel corpo ci dà il potere di scegliere con intenzionalità, di rispondere invece che reagire, e di prendere decisioni che riflettano i nostri valori più autentici.
Questa consapevolezza corporea non solo ci radica nel momento presente, ma diventa la chiave per un cambiamento completo e duraturo. Ci permette di vedere chiaramente ciò che non è più allineato con il nostro benessere, di lasciarlo andare e di creare uno spazio per nuove abitudini, nuovi pensieri e nuove possibilità. È attraverso il corpo che iniziamo il processo di trasformazione, riconoscendo che il cambiamento autentico parte sempre dall'interno di noi.
Essere presenti nel corpo durante la malattia
Quando il corpo è il centro di una sfida di salute, essere presenti può sembrare difficile, persino doloroso. Tuttavia, affrontare una malattia spesso ci porta a vivere il corpo come qualcosa di separato da noi. Attraverso la lettura di cartelle cliniche, anamnesi, esami diagnostici e terapie, impariamo a parlare del corpo e non a "stare nel corpo", quasi come fosse un’entità esterna a noi da analizzare, trattare o correggere.
Questo distacco, seppur funzionale nel contesto medico, può farci perdere il senso di connessione con il nostro corpo, alimentando una sensazione di estraneità e frammentazione. Eppure, è proprio in questi momenti che la connessione corporea diventa una risorsa fondamentale.
Ci permette di:
Riconoscere e accettare i limiti senza sentirci definiti da essi.
Trovare sollievo attraverso il movimento consapevole, la respirazione o tecniche di mindfulness.
Integrare mente e corpo, aiutandoci a superare la sensazione di frammentazione che spesso accompagna le esperienze di malattia.
L’importanza dell’embodiment nel Medical Coaching
Nel contesto del Medical Coaching, l’embodiment – ovvero la capacità di essere presenti nel corpo – diventa un elemento centrale per affrontare le sfide legate alla malattia o a momenti critici di salute. Il distacco dal nostro corpo può generare senso di alienazione, frustrazione e persino il rifiuto del corpo stesso.
L’embodiment ci aiuta a modificare questa dinamica, permettendoci di riconnetterci al corpo e riconoscendolo come un alleato nel percorso di guarigione. Durante un percorso di Medical Coaching, lavorare sulla consapevolezza corporea significa:
Riconoscere i segnali del corpo: Imparare a identificare tensioni, dolore o disagio senza giudizio, ma come messaggi che ci invitano a prenderci cura di noi stessi.
Coltivare resilienza: Radicandoci nel presente attraverso il corpo, sviluppiamo una maggiore capacità di affrontare le sfide con calma e chiarezza.
Riappropriarci del nostro potere personale: Anche nei momenti in cui la malattia sembra toglierci il controllo, essere presenti nel corpo ci aiuta a fare scelte consapevoli per il nostro benessere, valorizzando ogni piccolo passo verso la salute.
Coltivare una relazione più compassionevole con il proprio corpo, anche nei momenti di difficoltà.
La vera trasformazione avviene quando non ci limitiamo a “osservare” il corpo, ma iniziamo a “essere” il corpo. Non si tratta solo di ascoltare i segnali che ci invia, ma di riconoscerlo come parte inscindibile di noi stessi. Questo passaggio – dalla consapevolezza del corpo alla consapevolezza come corpo – ci invita a vivere pienamente, abbracciando il corpo come parte fondamentale della nostra identità.
Ritrovare il corpo, quindi, significa riappropriarci di esso come parte viva e integrante di chi siamo, anche nelle sfide più difficili. È un atto di presenza e riconciliazione che ci permette di andare oltre la malattia, riscoprendo la nostra capacità di vivere, scegliere e trasformarci.
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